Prima di tutto un ringraziamento sincero e sentito a giannirivera, un uomo eccezionale che mi onora con la sua amicizia. Io ho un debito con te, fratello.
Tralascio il racconto del viaggio, del pranzo squisito annaffiato da ottimo vino (il tutto offerto da gianni, mannaggia...) e del pomeriggio in giro per Siena ed arrivo ai fatti salienti.
Dunque sono circa le 18.15; io e la mia famiglia usciamo dal b&b in cui ci eravamo rintanati per una doccia ed un po' di fresco. Dieci minuti ed arriviamo all'hotel dove aveva soggiornato il Milan. Autobus gia' pronto all'entrata, ci fermiamo e aspettiamo di vedere i giocatori. Passa un po' di tempo ed eccoli. Per primo Ignazio Abate, salutato da un'ovazione; poi Braida, non troppo bene accolto. Il primo boato vero e' per Alessandro Nesta. Mi emoziono vedendolo, siamo a sette-otto metri di distanza. Poi viene giu' la piazza perche' esce Rino Gattuso, poco dopo Ronaldinho. Ecco Pirlo, Favalli, Onyewu (io ci penserei tre volte prima di affrontarlo in takle). Ecco Pato, Clarenzio, Zambro, Ambrosini...
Ci sfilano tutti davanti.
Alzo lo sguardo, e faccio un cenno a Lorenzo, mio figlio grande. Ronaldinho ci sta guardando. Giuro. Dico a mio figlio che e' sicuramente un'illusione ottica. Alzo le mani e faccio il segno che faceva Cafu, con il pollice e mignolo distesi, le altre dita piegate. E lui risponde. Cazzo, risponde! Ma allora guardava noi!!! Lorenzo fa dei saluti spropositati. Dinho ride e ripete pari pari, poi si volta e dice qualcosa al compagno di sedile. Immagino dica "povero quel bambino vicino ad un padre cosi' pirla". Ultimo saluto, segno di "ok" da parte sua, andiamo ad incontrare giannirivera, il quale arriva con gli splendidi figli. Ho gia' un piano perche' uno dei miei figli si metta assieme a sua figlia. Vediamo se ci riesco.
Andiamo allo stadio. Niente code, please, siamo con giannirivera. Ci vengono a prendere e tramite un dedalo di porte e porticine arriviamo al ristorantino interno allo stadio. Tre-quattro tavoli rotondi ciascuno da una decina di posti; posate in argento, bicchieri che non oso verificare che siano in cristallo. All'entrata, poco discosto, un gruppetto di persone. Quando una di esse si sposta, ecco Braida. Mi avvicino e gli do' la mano. Questo e' il tizio che ha portato in rossonero Gullit, Van Basten, Kaka', Sheva, Pato, Nesta, Pippo... o almeno ha dato una grossa mano in questo. Gli stringo la mano e lui mi dice qualcosa che non capisco. Mio figlio non ha coraggio di avvicinarsi allora lo prendo per mano e lo porto dall'Ariedo: "non ha coraggio di salutarla, dico" e lui si avvicina e non solo da' la mano a Lorenzo, ma lo abbraccia e lo saluta. Il figlio di giannirivera gli dice "ottima scelta, Pato..." e Braida ride.
Ci sediamo e non facciamo nemmeno in tempo a bere il primo bicchiere che passa Adriano Galliani. Entra nella saletta e ci guarda. Ci alziamo, mia moglie riprende tutto, e gli diamo la mano. Prima gianni, poi io che dico "piacere, maesta'". Lui ride, e se potesse mi direbbe di non fare il pirla. Si avvicinano a lui mio figlio e il figlio di gianni, e entrambi gli dicono "onorato di conoscerla". Lui e' stupito, e risponde "certo che i vostri genitori devono essere contenti di aver figli cosi' educati". Mangiamo e poi vado a fare un giro nei meandri che portano al campo. C'e' Sky che intervista Galliani, e io sto a un metro da lui, guardo e sento. Due armadi guardie del corpo devono aver giudicato che, si, forse non sono cosi' pericoloso e non mi ammazzano. Finisce l'intervista e come se fossi uno di loro accompagno Galliani ancora verso la saletta. Lui pero' va verso gli spogliatoi e mi dice "caso mai ci si vede dopo, buona partita".
Andiamo anche noi, mentre i giocatori fanno riscaldamento. Guardo Thiago Silva e vedo in lui le stimmate del fuoriclasse. Guardo Nesta e penso che e' un grande. Rino come sempre tira il gruppo.
Rido pensando a Walter e gallura quando vedo Dinho che dei quaranta metri di scatto ne fa si e no venti e poi si gira e va a calciare il pallone.
Poi e' partita, che mostra ottime cose. All'intervallo entrano in campo Clarenzio e Ambro a riscaldarsi. I bambini gridano "Clareeeence" in coro e lui si gira, sorride, e fa "ok" con il pollice.
Finisce la partita, intervistano Pato. Lo stadio si e' gia' svuotato, sugli spalti solo noi disperati. Grido "Patoooooooo! La maglietta!" lui ride e mi fa segno di si, di aspettare un attimo: questo mentre era in diretta su Sky! Finisce l'intervista e viene verso di noi. Penso "cazzo, non possiamo perderla" e mi precipito giu'. Apro di colpo il portone che immette al campo e grido di nuovo "Patoooo!" prima di accorgermi che lui e' li a tre metri da me. A petto nudo. Cazzo abbiamo perso la maglietta. Mi guarda e mi dice "gia' lanciata, gia' lanciata" e deve aver pieta' di me e del mio sguardo di delusione estrema. La sicurezza mi spinge gentilmente fuori e io dico "lei non puo' capire, quella era la maglietta di Pato..."
Rientro, guardo su e vedo mio figlio che stringe la sacra reliquia. Non capisco piu' un cazzo. In un secondo ho una regressione di 40 anni. Mi faccio lanciare la maglietta, fradicia di sudore e la stringo come se fosse il sacro Graal.
Ragazzetti affamati di storia mi si avvicinano e mi chiedono se possono toccarla. Rispondo chiedendo se si sono lavati le mani, se sanno dire l'ave maria. Solo in questo caso avrei acconsentito. Poi ovviamente faccio toccare il trofeo. Anche due ragazze mi si avvicinano e mi chiedono la stessa cosa. Rispondo allo stesso modo e poi acconsento. Una dice "oooh, che emozione". Risparmio ogni possibile battuta e tiro dritto per la mia strada.
Sms a nastro a Cisco, ovviamente, che gratifica me e gianni con un "maledetti!" che risuona a lungo nel cellulare. Poi sono i messaggi degli amici di sempre: Heja, Walter, gallura, Vincenzo, Minta, Beta.
In quel momento sono in prima elementare, non di piu'.
Poi torniamo in albergo. Lungo la strada Lorenzo mi guarda, guarda la maglia che ho in mano. Capisco. Ci fermiamo, e senza dire niente si toglie la sua di Dinho e in preda ad un'emozione violenta indossa quella del Papero, ancora fradicia di sudore e dei due gol del fenomeno brasiliano. Ecco, la liturgia ora e' completa: mio figlio indossa la maglia di Pato, il giocatore che diventera' il piu' grande di tutti. Arriviamo in albergo e Lorenzo dice che adesso deve indossarla anche l'altro mio cucciolo, Francesco, e poi io. Rido. Sara' la meta' della mia misura.
Invece la indosso senza difficolta', come se fosse magica, come se avesse l'incredibile proprieta' di adattarsi alle diverse taglie. Ci ho visto qualcosa di mistico in questo.
Poi rientro nei ranghi di padre-marito; doccia ai piccoli, ma ogni due minuti lo sguardo andava la dove la maglia era stesa. Stanotte mi sono svegliato due volte, e davanti gli occhi, a tre metri, avevo quel "7" meraviglioso.
Ecco, se capissero cosa combinano nella testa e nel cuore delle persone, se sapessero quanta felicita' puo' dare ad un'intera famiglia un gesto in fondo banale...
Ce ne torniamo a casa felici. Felici di conoscere un immenso come Alessandro "giannirivera" ed i suoi figli. Felici di aver condiviso tutti assieme queste emozioni.
E, almeno per quanto riguarda me e Lorenzo, felici di essere rossoneri.
Ah, ecco chi era il tifoso di cui ho letto stamattina...
Il Giornale online:
"Dimenticare solo quella baruffa finale. Pato non se l’aspettava e non se la meritava perciò, con lui, ha reagito tutto il Milan prendendo per le orecchie Del Grosso che aveva infilato, a mò di sfida, due dita nell’orecchio del giovane brasiliano. «Se la sono presa con me per i due gol» ha chiarito al volo Pato prima di andare a ricevere il meritato titolo di uomo-partita davanti al tabellone degli sponsor e sotto gli occhi sognanti dei tifosi del Milan in adorazione. È lui, al momento, il profeta del nuovo Milan ancora tutto da scoprire ma partito col piede giusto a sette giorni dal derby che avrebbe potuto stroncare una stagione. «E invece noi abbiamo fatto una grande gara e devo ringraziare tutta la squadra che ha giocato con me e per me» è l'aggiunta di «Papero» Pato arrivato sotto la tribuna per donare la sua maglia a un tifoso e festeggiare la prima doppietta della stagione. "
Sono contentissimo per te (ma anche gelosissimo). Poi, che Giannirivera fosse un gentiluomo lo si capiva gia da come scriveva su questo forum. Devo dire che mi mancano i suoi articoli. Speriamo torni presto.
Imagino la felicita dei tuoi figli. Questo non lo dimenticheranno mai.
Beato a te
Bookmarks